Uno spettacolo senza ruoli definiti, che traccia un aberrante quadro del mondo di oggi fra guerra, terrorismo, televisione, potere della comunicazione. Sbarca a Milano, al Teatro i, l'Accademia degli Artefatti di Roma con "Attentati alla vita di lei - 17 soggetti per il teatro". Tre ore e mezzo di spettacolo, per 17 "spezzoni" scritti da Martin Crimp, fra i più interessanti drammaturghi inglesi emersi negli anni Ottanta.
A poche ore dal debutto milanese, abbiamo intervistato Fabrizio Arcuri, regista della compagnia che nel 2005 ha vinto il Premio Ubu "migliore proposta nuovo testo straniero" con lo spettacolo "Tre pezzi facili", tratto dalla trilogia "Meno emergenze". Ecco cosa ci ha raccontato del mondo teatrale degli "Artefatti".
Da quanto tempo girate con questo spettacolo?
Abbiamo debuttato nel 2005, ma per questo spettacolo ogni sera è come una prima. I diciassette pezzi infatti non prevedono personaggi e sono gli attori che, sulla base della relazione che si instaura con gli altri sulla scena, sentono quando "entrare".
Perché avete scelto Crimp?
I suoi testi ci consentono di sperimentare la quotidiana creatività dell'attore, che non è costretto alla ripetizione, replica dopo replica.
Quindi tutti gli attori sanno tutte le parti a memoria?
Sì
Come impostate il training degli attori e le prove degli spettacoli?
Il nostro è un lavoro impostato sulla relazione scenica. Ogni attore non lavora su un proprio personaggio, ma su quello degli altri. Scegliamo dei testi, ma non facciamo una lettura preliminare. Gli attori creano degli "umori" che rendono possibile quello che devono dire, determinano un mondo all'interno del quale il testo è possibile.
Vi definite una compagnia "sperimentale"?
Non ce ne preoccupiamo, gli altri hanno bisogno di storicizzare. Facciamo teatro nel 2007, quindi non possiamo non tenere conto della contaminazione dei linguaggi del nostro tempo.
Ci sono dei modelli ai quali ti ispiri?
Un grosso stimolo me l'ha dato la lettura del "Manifesto per un nuovo teatro" di Pier Paolo Pasolini dove si rivendica la parità fra attori e spettatori.
Cosa significa per te fare teatro oggi?
Non è più l'arte che deve provocare la realtà, oggi lo spettatore deve essere complice dell'attore non un alter ego da sorprendere. Questo cerchiamo di fare con il nostro modo di lavorare, partendo ogni sera da zero e mettendoci al suo stesso livello. In questo senso, il nostro obiettivo è che gli spettatori contribuiscono ogni sera allo costruzione dello spettacolo.
Come è cambiato il rapporto con il pubblico?
Non siamo più negli Anni '70, lo spettatore non deve più essere scosso o portato alla "coscienza". Il teatro nella nostra società è uno spettacolo di nicchia, gli spettatori sanno benissimo cosa vanno a vedere. E' difficilissimo che il pubblico di uno stabile venga a vedere spettacoli di ricerca e viceversa. Da parte nostra cerchiamo di evitare il rischio dell'autocompiacimento intellettualistico, sia degli attori che del pubblico.
I vostri spettacoli vogliono trasmettere un "messaggio"?
Non abbiamo messaggi o tesi da dimostrare. Cerchiamo di scardinare i meccanismi della comunicazione e di mettere in scena il tema del potere che viene esercitato attraverso il linguaggio, da parte delle persone, così come delle istituzioni, dallo Stato alla chiesa, dalla politica fino all'informazione.
Cosa pensi del teatro di impegno civile?
C'è posto per tutti... Tuttavia, la società italiana non si è mai rispecchiata nel teatro. Storicamente non c'è mai stato un teatro civile, come per esempio nell'antica Grecia, ma piuttosto quello nelle corti o la commedia dell'arte. A noi interessa la complicità con lo spettatore perchè, come diceva Pasolini, sono gli attori insieme al pubblico a dover dare scandalo "fuori" dal teatro.
Francesco Pederielli
INFORMAZIONI
Attentati alla vita di lei - 17 soggetti per il teatro
ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI
da venerdì 16 a domenica 25 febbraio 2007
alle ore 19.45 (domenica alle ore 16)
di Martin Crimp
regia Fabrizio Arcuri
biglietti 12 euro - 10 euro
informazioni e prenotazioni 02 8323156
Teatro i
via Gaudenzio Ferrari 11
tel / fax +39 02 8323156
20123 Milano
Teatro